lunedì 27 settembre 2010

Il porno cerebrale

È stata una giornata davvero molto simpatica, quella di ieri. Incontro con l'ottimo amico Fabio, bestemmie creative all'unisono contro la mensa della facoltà di Economia che se ne sbatte e resta chiusa senza un minimo accenno di preavviso, decisione comune di mangiare porcate in uno dei tre McDonald che infestano la stazione Termini (una volta ogni tanto ci può anche stare. E poi, ormai, sono spacciato con sta panza, qua...) da noi raggiunta a piedi, consapevolezza di voler girovagare per la città solo ed esclusivamente con il piacere della forza degli arti inferiori. Record battuto: via De Lollis – San Pietro quasi senza sosta, tra una cazzata e l'altra. Ma la partenza ha del meraviglioso.

Via De Lollis, si diceva. Bene. Fermata del 492. Io e Fabio ci passiamo accanto per avviarci verso la stazione e sfamarci in qualche modo. Mentre io rispondo ad una sua simpatica cretinata in maniera altrettanto deficiente, il buon uomo mi fa notare, indicandolo, un manifesto pubblicitario affisso alla panchinetta della fermata: trattasi di una pubblicità Sisley, raffigurante, udite udite, una ragazza poco pudica (ma si, tanto ormai è prassi quotidiana il mostrarsi e mi sta pure bene) con in mano, manco fosse la statua della libertà, un cetriolo tanto bello e splendente da sembrare finto o quantomeno "ogm". Mentre Fabio compie qualche passo in avanti, io resto fermo per diversi secondi con la mano alzata e il palmo verso l'alto in posizione "anvedi questo!". Fabio si volta e non mi trova più al suo fianco, per poi accorgersi, nelle sue retrovie, della mia espressione mista tra divertimento e nervosismo nevrastenico. Il secondo elemento direi che, anche a freddo e dopo averci dormito su per una notte, ha prevalso nettamente.

Analizzo bene il siparietto immortalato, avvalendomi anche della preziosa consulenza del buon Fabio, diligentissimo studente di Storia dell'Arte alla facoltà di Lettere (mica quisquiglie). La ragazza siede su di una sorta di raggiera di cetrioli identici a quello che detiene fermamente, divinamente, nella mano destra. In volto, le si leggono i tratti somatici quasi prossimi a quelli di una ragazzina moderna (di quelle spigliate, mezze coatte e dallo scoscio facile, oltre che dal portafogli di papà sempre pronto a medicare le ferite della necessità immediata). Analizzando un particolare di un ipotetico primo piano della modella, notiamo entrambi, ridendo come pazzi, che la giovane gode di una di quelle che, dalle mie parti, si chiamano "finestrelle" (cioè il breve spazio) tra i denti anteriori. Non voglio dire puttanate, nè tantomeno fare il pirla che la spara lì a cazzo di cane, ma mi sembra di ricordare che lo spacco tra i denti è tipico di chi maneggia oggetti oralmente per farne un uso particolare a lungo termine, ad esempio i sassofonisti o, comunque i musicisti fiatisti in generale, costretti ad emettere aria nel beccuccio del proprio strumento per estrapolarne musica. E non diciamo nient'altro, dai. Mi sembra chiaro, no? Magari mi sbaglio, fa niente.

Non si tratta di una posizione moralista. Non lo sono, almeno non eccessivamente. Si tratta, credo, di un validissimo esempio che conferma, nella maniera più assoluta, la definitiva direzione intellettuale e comportamentale intrapresa dalla società moderna nel suo a dir poco chirurgico lavoro sulle nuove generazioni: tagli all'istruzione = ti stronco ogni possibilità di pensiero ed interpretazione personale della realtà in cui vivi; servizi pubblicitari con più o meno sottili riferimenti al sesso esplicito = cerca la sorca o sparati minigonne a raffica, non pensare a niente e vedrai come sarai felice (e intanto l'Hollywood o i locali di Diva Futura e Jessica Rizzo insaccano e nemmeno ringraziano, mentre tutta via Salaria impreca "cazzo, avrei potuto pensarci prima"). Non è il primo caso, non sarà assolutamente l'ultimo e non si tratta del solo marchio commerciale a seminare in giro fregna come fosse un idrante dei pompieri su una folla in delirio rivoluzionario. Mi torna subito in mente quando, diversi anni fa, ero ancora un ragazzino in passeggiata quotidiana per il corso di Avellino e vidi, con non poi così tanto stupore (già allora), un manifesto pubblicitario (era Sisley anche quello? No, la Benetton era qualunquista sul razzismo. Non so, non voglio sbagliarmi) in cui due ragazze vestite in maniera simile (vestite? Ma dai?! Ah si?) quasi si baciavano in bocca con sette metri e mezzo di lingua mentre una delle due toccava, con passione vera, la vagina dell'altra che, intanto, era appoggiata ad un muro e senza via di scampo.

Dunque, faccio uno più uno e lascio perdere, mi rassegno. Come sempre da quando Berlusconi ha sparato tette e culi in prima serata ed io, con biberon e biscottini Plasmon, non capivo che cazzo si accumulasse dentro ogni volta che sentivo una pulsione che ancora non sapevo e non avrei saputo spiegare per un po'. Mi rassegno, certo, e Fabio con me. Solo che lui ha il sacrosanto dono della capacità di passarci su. A questo come a tante altre cose nettamente più serie.

Penso soltanto ad un ragazzino buono e gentile che viene accusato, che so, magari di stregoneria per aver conservato un giornaletto porno comprato a fatica e a prova di timidezza/vergogna.

Penso soltanto (che vuoi che sia) alle perversioni interiori che inevitabilmente nascono, crescono e maturano nell'animo dell'essere umano dai suoi albori, sensazioni, pulsioni, istinti che hanno bisogno, si, di uno sfogo ma che si tratti di qualcosa di assimilabile come normale (lo so che non esiste la normalità, intendo solo un punto di riferimento del decente) e non additato in maniera così plateale da diventare follia sotterrata a livello inconscio.

Stupri di qua, molestie di là, stolking (che cazzata...) in su, palpate in autobus in giù, "hai visto quello che faccia da maniaco che c'ha?", "embè? Sto in minigonna e tacchi a spillo in una biblioteca. E allora? Che c'è di male?" (in una biblioteca, cazzo! Cond ei libri, non telecamere ci Canale Cinque!), "ma cretino, cos'hai capito?! Tu per me sei un fratello" (anche se ti avvolgo le cosce in vita e te la sbatto in faccia mentre guardiamo un film con Ben Stiller ndr). Tutte cazzate, a questo punto, scusate tanto. Non esiste più un minimo limite di riservatezza o rispetto per se stessi, più che per gli altri? È questo l'obiettivo della modernità? Essere più espliciti o, per dirla alla moda, "trasgressivi" perché vende? E perché vende? Forse perché attira. E perché attira? Perchè alcuni vanno a vedere film del cazzo solo perché c'è quella o quello che sfodera le zinne o i pettorali da macho? Perchè in molti andarono a vedere al cinema Irreversible (che tra le altre cose era pure un bell'esperimento cinematografico, montato a partire dall'ultima scena per chiudersi con la prima) solo per vedere Monica Bellucci in una scena di stupro estremo? Perché era un film, un film e basta. Però, soddisfaceva particolari voglie nel campo del "lecito": è una pellicola vietata ai minori, certo, ma non riferita alla cinematografia pornografica, nella maniera più assoluta. Quindi: niente vergogna nel cercare ed entrare in un cinema a luci rosse, ma transfert per un enorme sfogo interiore di qualcosa di represso, ovvero l'attrazione sessuale per Monica Bellucci.

Questo post o questo blog intero, come una volta mi ruttò in faccia qualcuno di mia conoscenza, può anche non avere senso di esistere. Il fatto è che certe cose mi fanno evaporare i nervi perché si potrebbero evitare nemmeno con troppe difficoltà di scadere nell'eccesso di stronzaggine incurabile. Eppure credevo che i pubblcitari fossero diventati anche piuttosto bravi a nascondere le depravazioni.

Poi finisce che uno (indovina chi!) scrive una scena di stupro consensiente per chiudere una sceneggiatura rimasta incompleta per due anni...chissà: magari vende...

1 commento:

  1. Non è ben chiaro, a mio avviso, cosa volessi dire al fine in questo post. Però due cose mi hanno colpito. Una è che dici che alla fine ci passiamo sopra e l' altra è che accomuni la tipa in minigonna in biblioteca con la merda che troviamo affissa sui muri insudiciati di discriminazione sessista delle nostre città.

    Io non passo sopra, io strappo! Quando una pubblicità mi offende in metropolitana, su un autobus, per la MIA città: io la strappo! All'altezza della faccia, delle tette, della gnocca... STRAP! Io non passo più sopra agli abusi al nostro diritto di sovranità popolare e proprietà dell suolo cittadino (che pago io, paghiamo noi e non ci danno nulla per le pubblicità che appendono sui muri a costo zero per chi vende lo spazio!).

    BASTA STARE ZITTI! BASTA SUBIRE!

    Secondo discorso: si dà sempre la colpa alla donna che gira in minigonna e si parla sempre del film che incita allo stupro o del prodotto che senza figa di fianco non venderebbe. Palle! La donna ha la libertà di uscire vestita o svestita come gli pare, esattamente come fa l' uomo, perchè è un essere umano! Se la maggior parte della società (ma io non credo) và a vedere un film solo perchè ci sono scene di stupro o sesso spinto e poi esce dal cinema e violenta siamo messi male! Non è colpa del film, siamo messi male e basta! All' estero c' è più rispetto per la donna eppure si vende lo stesso prodotto (e meglio che in Italia).

    Questo è un problema di società e di politica. La Chiesa nell' Inquisizione bruciava più donne che uomini e nella Chiesa la carriera delle donne è limitata, non le vogliono. Ci sono disegni ben precisi secondo me. Berlusconi ha aiutato questi disegni a crearsi ma se non c' era lui sarebbe stato un altro.

    Se noi fossimo maturi, questo non accadrebbe.

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